Primo Piano

Green Zone: la comunità energetica regionale che unisce le forze vive dell’Umbria

Confcooperative: “Una Comunità Energetica Regionale dal grande valore per le cooperative”

lunedì 7 luglio 2025

Intervista a Carlo di Somma (Presidente Regionale di Confcooperative) e a Lorenzo Mariani (Segretario Regionale di Confcooperative Umbria e Amministratore della CER Green Zone)

 

In un momento storico in cui la transizione energetica si intreccia sempre più con le dinamiche di sviluppo territoriale, la nascita della Comunità Energetica Rinnovabile Green Zone rappresenta un passaggio cruciale per l’Umbria. Non solo per il contenuto ambientale ed economico del progetto, ma per il suo alto valore cooperativo, sociale e istituzionale. Promossa da Confcooperative Umbria, CNA Umbria, Confcommercio Umbria e dalla Conferenza Episcopale Umbra (CEU), Green Zone è una CER unica regionale strutturata in forma cooperativa, pensata per essere inclusiva, capillare ed efficiente. Ne parliamo con Carlo Di Somma, Presidente di Confcooperative e Lorenzo Mariani, Segretario di Confcooperative Umbria e componente del Consiglio di Amministrazione della società cooperativa Green Zone.

 

Di Somma, parliamo di una comunità energetica regionale, cooperativa e non speculativa che mette insieme le forze vive dell’Umbria?
Certamente, la transizione energetica non è solo una sfida ambientale, ma una straordinaria occasione per ripensare lo sviluppo locale in chiave sostenibile, inclusiva e partecipata. In questo solco si inserisce la nascita di Green Zone, la Comunità Energetica Rinnovabile a carattere regionale e cooperativo, promossa da Confcooperative Umbria, CNA Umbria, Confcommercio Umbria in partnership con la Conferenza Episcopale Umbra (CEU) 

 

Mariani, Green Zone nasce come CER unica a livello regionale. Qual è il vantaggio di questa scelta rispetto a modelli più frammentati?
La scelta di creare un’unica comunità energetica cooperativa regionale è stata ponderata e strategica condivisa dai tre Enti promotori a seguito dello studio di fattibilità che ha coinvolto circa 200 imprese aderenti alle tre associazioni e finanziato dalla Camera di Commercio dell’Umbria e da Fondosviluppo (il Fondo per la promozione cooperativa di Confcooperative) per le imprese cooperative coinvolte. Essa consente di concentrare risorse, ottimizzare la governance, ridurre i costi gestionali e garantire omogeneità regolativa. Green Zone propone un modello cooperativo unitario ma articolato, basato su configurazioni locali radicate nei territori, ciascuna autonoma nel gestire gli incentivi, ma coordinata all’interno di un quadro generale condiviso. Questo consente economie di scala, trasparenza e massima inclusività.

 

Di Somma, Green Zone si presenta come una struttura cooperativa. Qual è il significato di questa scelta?
Green Zone non ha alcuna finalità speculativa. È una cooperativa mutualistica, che mira a restituire valore ai soci – imprese, enti e famiglie – attraverso la condivisione dell’energia e degli incentivi. I benefici economici saranno destinati prioritariamente ai consumatori, con l’obiettivo di ridurre le bollette, oppure potranno essere reinvestiti in progetti sociali e ambientali decisi dai territori. In più, non sono previsti obblighi finanziari per i soci, a tutela dell’accessibilità universale.
Green Zone rappresenta una risposta cooperativa e inclusiva alla crisi energetica e climatica, non un’occasione di speculazione finanziaria.

 

Di Somma, che ruolo ha il mondo cooperativo all’interno di questo progetto?
Un ruolo decisivo. Le cooperative umbre – agricole, sociali, di comunità, culturali, sanitarie – rappresentano una forza trasversale e radicata, con basi sociali solide, capaci di attivare migliaia di soci, lavoratori e cittadini.
Per le cooperative di produzione, agricole e di consumo è un’opportunità di investire in piccoli impianti rinnovabili e ottenere ritorni stabili.
Per quelle sociali e culturali, è un’occasione di risparmio e reinvestimento nei servizi.
Green Zone offre a tutte la possibilità di diventare attori della transizione ecologica, coniugando sostenibilità, innovazione e coesione sociale.

 

Mariani, quali sono i prossimi passi?
L’obiettivo dei prossimi mesi è intercettare e accompagnare i soggetti produttori nei diversi territori, in particolare all’interno delle cabine primarie. Ogni impianto – fino a 1 Mwh – potrà dar vita a una configurazione locale, con il proprio comitato territoriale e con diritto a partecipare all’indirizzo della cooperativa regionale. Parallelamente, costruiremo la rete dei consumatori consapevoli, siano essi imprese, cooperative o cittadini. L’energia prodotta sarà virtualmente condivisa, ma il beneficio sarà reale, diretto, mutualistico.

Mariani, come si garantirà la qualità tecnica del progetto e chi realizzerà concretamente gli impianti?
Uno dei tratti distintivi di Green Zone è la messa a disposizione di una rete tecnica di primo livello, formata da progettisti, ingegneri, installatori e consulenti altamente qualificati, coordinati dalle associazioni promotrici. Ogni impianto – fino a 1 Mwh per cabina primaria – sarà progettato e dimensionato in modo ottimale e trasparente.
Inoltre, sarà valorizzato il patrimonio imprenditoriale locale: saranno infatti le imprese artigiane umbre, le cooperative energetiche e gli operatori del territorio a realizzare materialmente gli impianti. Questo genererà occupazione, filiera corta e valore aggiunto in Umbria. La transizione non sarà calata dall’alto, ma costruita dal basso, con mani e intelligenze umbre.

 

Di Somma, che ruolo possono giocare le Banche di Credito Cooperativo e gli altri attori economici del territorio?
Le BCC sono partner naturali della CER: possono finanziare gli impianti dei soci produttori, accompagnare cooperative e imprese nella transizione energetica e coinvolgere i correntisti in un percorso partecipativo e sostenibile.
Green Zone crea anche occasioni di convergenza tra pubblico e privato, tra mondo associativo, religioso e imprenditoriale. Un ecosistema che – proprio grazie alla sua natura cooperativa – include, integra e moltiplica impatti positivi.

 

Di Somma e Mariani, Green Zone può diventare un modello regionale e nazionale?
Certamente si: Green Zone interpreta appieno l’orientamento del Piano Energetico Regionale dell’Umbria, che individua le CER come asse portante dello sviluppo energetico sostenibile come ci ha tenuto a precisare l’Assessore Regionale alle politiche ambientali Thomas De Luca intervenuto ai due affollatissimi incontri di presentazione del progetto tenutisi a Perugia e a Terni.
Ma è anche qualcosa in più: è un laboratorio di cooperazione territoriale che mette in rete soggetti diversi – associazioni di categoria, parrocchie, cittadini, imprese – con una regia democratica, aperta e inclusiva.
Partendo dall’energia, Green Zone propone una nuova idea di comunità: energetica, sociale, economica, solidale.
Green Zone è una comunità energetica cooperativa che fa rete, crea valore e rafforza la coesione sociale, con una governance regionale efficiente, una struttura tecnica qualificata e un forte radicamento nei territori. È un esempio concreto di come la cooperazione, unita alla visione e alla corresponsabilità, possa guidare la transizione ecologica mettendo al centro le persone, non il profitto.